Non so se ci avete mai fatto caso, ma si vedono spesso a bordo strada i rifiuti gettati (presumibilmente dal finestrino di un auto) degli involucri di panini, patatine, bibite e fottutissimi frappè del McDonald. Non voglio criminalizzare il fast food, ci pensano già da soli. Quello che mi interessa è notare il fatto che forse (dico forse) chi tiene in condizioni poco curate il proprio corpo fisico, probabilmente (dico probabilmente) riflette questo atteggiamento anche verso il corpo fisico della Terra. Ovviamente, questa non è una condizione di chiunque frequenti i fast food, ogni tanto ci sta anche il fast food e ciò non fa di te uno zozzone o una zozzona, né una brutta persona. Solo mi fa sorridere quanto ci si occupi dei problemi a livello esteriore, snobbando l’aspetto interiore, essendo quest’ultimo, secondo la mia esperienza, quello che genera i comportamenti esteriori di ciascuno di noi.

Una settimana fa si è svolta una grande manifestazione “for future”, in realtà un vivace corteo di ragazzi e ragazze più o meno consapevoli del perché si stessero godendo una bella mattina di marzo, invece che essere a sfracellarsi i maroni dentro una stanza schermata dai baci dorati del sole. Ora vorrei sapere quanti di loro hanno osservato (e continuano a farlo a manifestazione terminata) l’ecologia e la sostenibilità del proprio mondo interiore. La coerenza delle proprie azioni con i propri pensieri. Alla scoperta di un sano egoismo: ricerco ciò in cui sono bravo, che mi rende felice fare e che serva agli altri. Il sano egoismo in genere lo chiamiamo altruismo, quello vero.

Tipo:

Mi piace la matematica, o meglio: sento che la matematica mi chiama.

Cerco di studiare e di lavorare in quel campo, senza dire “e ma c’è la crisi”. “Sti cazzi,” rispondiamo “la crisi è fatta apposta per essere superata. Daidaidai, non mollare. Mai”.

Arrivo a creare un codice, uno strumento di previsione o un nuovo algoritmo che consenta a sua volta la creazione di qualcosa di utile alle persone e al pianeta che abitano.

Ergo: mi ritrovo in un percorso di vita appagante e interessante, aldilà delle difficoltà che incontro…sono felice. E contagio gli altri con la mia passione. Magari arriveranno anche tanti soldi, magari no. Ma saremo ricchi dentro e non gli daremo l’importanza che gli assegnavamo quando, dentro, eravamo poveri.

Sto parlando a voi giovani. E sto parlando a voi, di cui faccio parte, più o meno “diversamente giovani”. Che anche se c’hai un po’ di piazzetta, le gambe che tremano, i denti di notte appoggiati sul comodino e non hai più le tettine belle tese e la pelle come una pesca, dentro puoi avere ancora l’impeto della giovinezza. E si vedrà anche fuori. Si berrà giovinezza dai vostri occhi attorniati dalle rughe, finalmente libere di essere sagge colline o montagne, invece di pianure artificiali e impanicate, tutte uguali. Non si è mai abbastanza vecchi per non essere giovani. Che la vita è tutto un presente, da vivere, da conoscere, da assaporare come l’acqua a volte e come il vino altre. Non è mai troppo tardi per fare ciò che nel cuore ci spinge al sacrificio per un obiettivo, per amore della Vita.

E voi, che giovani lo siete anche nella foto scattata oggi, pretendete dai vostri “vecchi” che siano appassionati, che continuino a sbagliare con la curiosità e la cura di chi sta ancora imparando. E, se non riescono a farlo, perdonateli; perché non fanno apposta, è che spesso vorrebbero in cuor loro, ma poi non ci riescono. Se è così, solo voi non fatevi rubare la forza e la freschezza del rombo del vostro motore nuovo di pacca. Certo: a idrogeno.

Il primo inquinamento che produciamo è il non essere felici. Magari la Terra non la salviamo, però salviamo noi stessi.

 

Un abbraccio egoista

Matteo