Sdraiato all’ombra di un’acacia nella vasta savana africana. Più intento a oziare che a preoccuparsi del pasto, a quello ci pensano le leonesse. Un harem a disposizione che ti porta pure a casa la cena e bada ai tuoi figli. Wow. Ma c’è sempre la fregatura, giusto? Eh sì, perché da un momento all’altro ti può precipitare addosso una bella sfiga: un rivale che l’harem te lo vuole fregare e, se ci riuscisse, seccarti tutti i figli uno per uno… oppure un dente che si rompe, un taglio accidentale che fa infezione e no, nella savana zero dentisti e zero antibiotici, forse giusto un pò di fitoterapici. E allora? Perchè al leone sembra non importargliene una mazza mentre passa la maggior parte della propria vita spaparanzato all’ombra della sua acacia senza andare in paranoia? E’ ovvio, il leone non ci pensa alle sfighe. Non pensa proprio. Al massimo agisce alla bisogna, seguendo principalmente il suo istinto e alcune memorie affioranti anch’esse al momento opportuno: mai giocare a spingere uno scorpione usando il naso.

Il Pensiero e il suo figliolo il Linguaggio sono le caratteristiche che distinguono l’essere umano (oddio forse non proprio tutti gli esseri umani) dall’animale. Il prezioso vantaggio del pensiero è indubbiamente quello di permetterci di creare tecniche di sopravvivenza (difesa del corpo e ricerca del cibo), utensili di ogni sorta (dalla ruota al microchip), arti varie e la meravigliosa capacità di comunicare fra noi grazie al potere della parola. Ma c’è sempre una fregatura, giusto? Risposta affermativa anche questa volta, perchè il pensiero per poter esistere ha necessità di collocarsi all’interno di due cosiddette dimensioni: lo spazio e il tempo. Non potremmo pensare se non fossimo capaci di immaginarci in luoghi e momenti differenti da quelli in cui ci troviamo esattamente ORA. E quale sarebbe la fregatura, vi chiederete? La fregatura è che nessuno ci ha insegnato a fare un uso proprio del pensiero. In realtà noi più che pensare, siamo pensati. Viviamo all’interno di un flusso costante e caotico, un dialogo interiore continuo, capace di assorbire la stragrande maggioranza delle nostre energie psichiche ed emotive, che si rivalgono poi sul nostro povero corpo per non sbroccare del tutto. A questo fenomeno, cari signore e signori, abbiamo dato una delle nostre amate etichette: Stress. Che poi non si capisce bene che cacchio sia questo stress, tutti ne parlano e lo curano, ma da dove nasca e perché non è molto chiaro. Lavoro troppo, ho bisogno di vacanza, mia zia mi strazia l’anima, ho la macchina dal meccanico, hanno aumentato il prezzo del campari. A parte l’ultima condizione, queste sono soltanto scuse che ci diamo. La vita è fatta di imprevisti, anche quella del leone. Eppure lui se ne sta lì e ci guarda sornione. Senza stress. Forse una cosa da lui la possiamo imparare… a pensare quando serve e a non pensare quando non serve. Siate sinceri con voi stessi e accorgetevi di quanti pensieri fate solo perchè siete come una macchina senza il freno a mano tirato, che precipita da una discesa senza conducente. Se ve ne accorgete e vi prende il panico, è perchè la discesa si è fatta improvvisamente più ripida. Usare il pensiero a comando è possibile, ma non è roba che si impara in un giorno, nè in un mese. Ma già da oggi possiamo allentare la follia della nostra mente, semplicemente imparando, ogni volta che ce ne ricordiamo, ad osservare il suo tumultuoso lavorìo, a sua volta generato dal bisogno del nostro ego di essere sempre il signor e la signora Sotuttoio, o Nonsbagliomaiuncazzo, oppure Mondobruttocattivo e Sistemoquelloesaròfelice.  Ammettendo a noi stessi che potremmo spesso rinunciare almeno ai quei pensieri più intossicanti e compulsivi, basati su rancore, invidia, vittimismo, vergogna ecc. potremmo gradualmente migliorare la nostra qualità di vita, riportandoci il più assiduamente possibile proprio QUI, dove siamo ORA, senza distrazioni. Il pensiero è un dono solo quando lo usiamo consapevolmente. Quando è lui a usare noi, rapendo in toto la nostra attenzione e il nostro senso di esistere e di essere vivi, ci sta togliendo il silenzio e la quiete, la linea dell’orizzonte e la voce del mare. Leone, per favore, aiutaci tu.

 

Un abbraccio senza stress

Matteo