Il cambiamento non richiede alcun tempo.
Non c’è alcun metodo. Nessuna tecnica. Nessuna gradualità.
Il cambiamento è un momento che accade, per il semplice fatto che interiormente si sono create le condizioni per non rimandarlo ulteriormente. Più ci si affanna a cercare di cambiare, e meno ci si smuove dai propri problemi.

Se il desiderio è quello di liberarsi da qualcosa, l’unica possibilità è quella di imparare a starci in quella cosa, ma con animo libero: ascoltare sé stessi in relazione ad essa e, fondamentale, a come quella cosa ci fa stare dentro.

Se una critica, fatta da un amico o da uno sconosciuto, mi colpisce e mi offende posso:

1) Pensare che è un coglione (che poi magari è anche vero eh! Però se ci soffri, anche tu non ci fai una gran figura a soffrire per la critica di un coglione).

2) Pensare che la vita è sempre meravigliosa e non sei tu che ti offendi, ma solo il tuo Ego e, quindi, in realtà tu non soffri! Però poi ti viene un herpes zoster e, in un moto di onestà intellettuale, ti accorgi che non solo tu sei offeso, ma sei anche incazzato come una iena!, perché ancora non hai accettato il tuo Ego per quello che è. E lui, nell’ombra, è cresciuto.

3) Non pensare niente, ma ascoltare il disagio che quell’offesa ha generato in te. Mettere fine al conflitto tra “la vita per quello che è” e “la vita per come vorrei che fosse”. Tra l’altro, togliendo conflitto la vita si farà molto più interessante e piacevole, anche nella fatica.

Io mi sento di suggerire la soluzione 3 😉

Quindi, il metodo è l’auto-conoscenza, è l’auto-educazione. Non si può “insegnare”, ma si può trasmettere. Ed è possibile farlo solo quando prima lo si è vissuto sulla propria pelle (un giorno vi racconterò la storiella del cioccolato).

Chi ha una tecnica o un metodo presentato come tale, risulta più appetibile, nel senso di utile e pratico, rispetto a chi non ne ostenta alcuno.

Questo perché vogliamo ancora affidare a un “esperto” la responsabilità del nostro cambiamento, quando invece siamo noi stessi a dover trovare la nostra tecnica e il nostro metodo.

Ognuno di noi ha in sé l’autonomia per realizzare sé stesso, qualunque sia il campo di azione.

“Scusa Matteo, ma tu non proponi un percorso di Ascolto?”. Vero. Ma più che un percorso, come ha detto Paolo nella sua testimonianza video (metto il link a fine articolo) “Creati Vita non è un percorso, è un’esperienza da cui possono nascere tante cose”. Insomma, io in qualche modo dovevo pur chiamarlo!

Ma la domanda che vi faccio io è “Siete già pronti a non ritenere di dover apprendere l’ennesimo metodo o tecnica per essere liberi di cambiare, ma solo di vivere UN’ESPERIENZA nella quale possiate essere voi liberi di cambiare?

Un insegnante, guida, guru o chi per esso, non potrà che passarvi una visione, fatta di esempio e di energia. Che ha raggiunto grazie a un metodo e una tecnica SUOI! Da cui tu non potrai che afferrare gli elementi che risuonano in te, rendendoli TUOI!

Non sono metodi-tecniche-percorsi… Sono “solo” ESPERIENZE. E come tali dovrebbero avere una durata non infinita, perché quello che ottieni non lo ottieni grazie al tempo dedicato a un insegnante, ma a quanto ci impieghi a portarlo dentro di te, dentro il tuo laboratorio interiore.

A me piace lavorare con chi è stufo di perdere tempo, prendendosi la responsabilità di cambiare. Perché solo allora inizierai davvero a imparare e ad auto-educarti. Solo allora sarai libero. Dipende da te, se quel “allora” possa trasformarsi in “adesso”.

Nella foto di copertina (scattata dal caro amico Andrea Tosoni) me ne sto sulla geniale panchina nei pressi dell’Alpe Cavallotti – Pizzo Pernice, da cui è possibile ammirare la meraviglia della Val Pogallo, nel Parco Nazionale Val Grande.
Usiamo la natura per imparare ad amare dentro e fuori.

Un grande abbraccio,
Matteo

Ecco il video con un estratto dalla chiacchierata con Paolo