Oggi Venerdì 19 Aprile alle ore 15 verrà giustiziato l’ormai noto personaggio Gesù di Nazareth, da anni residente nel nostro Paese, a causa delle sue controverse quanto sovversive affermazioni, secondo le quali gli esseri umani non sanno quello che fanno. Secondo il sedicente filosofo l’uomo non avrebbe “occhi per vedere” e non si renderebbe conto che “se chiedi ti sarà dato”.

Non voglio esagerare e mi fermo qui, l’idea era di intervistare Gesù, ma non me la sento. Forse perché avrei bisogno di prendermi un tempo di raccoglimento decisamente più lungo, di cui ora non dispongo causa impegni vari. Ma sarebbe davvero interessante sapere cosa direbbe di questa società un uomo di saggezza e intuizione potenti, come colui che ha dato il nome ad uno dei movimenti spirituali più dirompenti (e strumentalizzati) della storia dell’umanità.

Perché in fondo, se leggiamo le frasi del Vangelo, se ne può ricavare un messaggio di sconvolgente attualità e, il più delle volte, ancora incompreso, sotto coltri di insegnamenti ridondanti, retorici e cupi. Questo rifiuto vale anche per la poesia, un’arte meravigliosa e attualissima per la sua capacità di unire razionale (la parola) e irrazionale (l’origine intuitiva della parola). Un rifiuto il più delle volte conseguenza di sfinenti lezioni scolastiche volte a far “capire la poesia”, più che a “sentirla”. Capire le parole prima di sentirle è un’operazione tanto inutile ai fini dell’apprendimento, quanto dannosa, perché disamora da ciò che si sta imparando. Come affermava il grande maestro Manzi (http://www.raiscuola.rai.it/articoli/il-maestro-per-cui-non-era-mai-troppo-tardi/39324/default.aspx) che preferiva “l’essere al sapere”.

Non perché ti abbiano fatto odiare la chimica a scuola significa che tu non ami la chimica. A parte rare idiosincrasie, praticamente ogni materia se è trasmessa in modo competente e appassionato si rivela interessante e stimolante. Tutto, se studiato e praticato con vitalità, si diffonde nei nostri pensieri ed emozioni e, infine, nelle nostre azioni.

Ama i tuoi nemici. Non giudicate per non essere giudicati. Date e vi sarà dato. Porgi l’altra guancia.

Frasi sciocche per la mente razionale. Suggestioni per soggiogare gli illusi. E in un certo senso è stato così e ancora lo è. Ma non se compiamo un percorso di scoperta al nostro interno verso il significato profondo di queste vere e proprie perle di saggezza. Vi parla un soggetto che ha detestato la religiosità per lunghi anni e che continua a provare dissenso nei confronti di un certo modo (diffusissimo) di comunicare i valori e le idee alla base delle dottrine. Ma negli ultimi anni mi sono riappacificato con la religione quando intesa come un unire tutto e un riportarsi all’Uno (da cui la parola universo: volgere all’uno) e che possiamo anche chiamare Dio, Energia, Vita, Natura o come preferiamo. Una religione fatta non di dogmi ma di sensazioni, trasportate nella vita di tutti i giorni, al fine di riassaporare il flusso nascosto e, forse, più intenso della vita.

“Gesù, ma in che senso tu affermi che l’uomo non sa quello che fa? E che per questo debba essere perdonato da… se stesso?!”

“L’essere umano vive in un profondo stato di addormentamento. È come se fosse ipnotizzato”

“Ipnotizzato da cosa?”

“Dai suoi pensieri e dalle sue emozioni. In pratica non riesce a restare sveglio perché la sua attenzione viene continuamente assorbita e consumata dalle pre-occupazioni per il futuro e dalle post-occupazioni per il passato”

“Quindi stai affermando che non ci stiamo mai occupando del presente?”

“Esatto! Il presente, però, è l’unica dimensione reale, attraverso la quale possiamo effettivamente operare, trasformando in noi il passato e creando il nostro futuro. Fino a quando tu non sei in grado di sentirti vivo e presente qui ed ora, fintanto che non avverti tutta l’invadenza dei tuoi pensieri e giudizi su te stesso e sul mondo, non potrai definirti un essere umano libero. Ma sarai uno schiavo delle tue stesse emozioni, del tuo stesso sentire, perché è un sentire condizionato e inconsapevole. È un sentire che re-agisce all’ambiente in maniera involontaria. Prova a non arrabbiarti… Prova a non offenderti… Prova a non sentirti lusingato da un complimento… Sei una macchina che segue un programma inconscio. Ma sei anche in grado di osservarti e renderti conto che è così”

“E basta? Devo fare solo questo?”

“Prova a farlo e, dalla tua frase precedente, sono sicuro che eliminerai il solo”

“Non so se crederti”

“Non devi credermi, non credere a niente. Prova. Osservati e conosciti. Soffri se devi soffrire, ma non farlo per nulla, soffri e gioisci per trovare il centro del tuo Cuore. Vedrai che ti perdonerai e, senza preavviso, rinascerai”.

 

Un abbraccio a uovo

Matteo